Duomo di Santa Margherita

L’edificio fu costruito in stile tardo-gotico tra il 1512 e il 1525, su ispirazione della ben più grande chiesa di San Francesco del Prato di Parma; in origine si sviluppava su tre navate coperte da un soffitto ligneo, suddivise da un alto colonnato corinzio e prive di cappelle laterali. Il campanile sul retro fu innalzato nel 1573. Nel 1582 la chiesa divenne sede parrocchiale, al posto della vicina chiesa di Santo Stefano, di dimensioni ben più contenute. Nel 1637 l’edificio fu saccheggiato dalle truppe spagnole, ostili al duca Odoardo I Farnese. In seguito, per adeguare gli interni alla moda dell’epoca, gli interni dipinti con affreschi cinquecenteschi furono completamente imbiancati in occasione della visita del duca Ranuccio II Farnese del 1662. Tra il 1660 e il 1666 fu innalzata sul lato destro la grande cappella del Santissimo Sacramento, su progetto dell’architetto Giovanni Battista Magnani. Nel 1734 la chiesa fu nuovamente occupata e saccheggiata durante la battaglia di Colorno, che contrappose gli austriaci ai francesi e sardi. Nel 1737 fu innalzata la grande cappella di sant’Antonio, sul lato sinistro. Tra il 1777 e il 1778 furono compiute altre modifiche degli interni, che interessarono la zona absidale. Gli interventi più significativi furono però attuati solo a partire dal 1834, quando, su progetto dell’architetto Giuseppe Tebaldi, coadiuvato dal più noto Nicola Bettoli, furono innalzate le otto cappelle laterali minori, furono sostituite le colonne con massicci pilastri, furono realizzate le volte di copertura e fu sostituito l’antico pavimento in cotto; i lavori, che modificarono nell’attuale veste neoclassica gli interni dell’edificio, furono completati nel 1844. Il 27 gennaio del 2012 alcune violente scosse di terremoto danneggiarono vari monumenti di Colorno, tra cui anche il duomo, che rimase chiuso per gli indispensabili lavori di consolidamento fino agli inizi del 2015.

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